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lunedì 11 ottobre 2010

Confezioni Regalo sul Frantoio


Confezione regalo da 3 bottiglie da 75 cl

Confezione regalo da 2 bottiglie da 75 cl

Confezione regalo da 75 cl

Confezione regalo da 3 bottiglie da 25 cl

Confezione regalo da 2 bottiglie da 25 cl



Confezione regalo da 25 cl

domenica 10 ottobre 2010

Il mio frantoio





L'Azienda nasce dall'esperienza pluriennale della Famiglia Nardone che ha sempre dedicato le proprie energie in questo specifico settore sin dal 1860, e la nuova generazione è entrata attivamente nella gestione dell'azienda.

Affiancato dal padre Pasquale e mamma Fiorina il figlio Leonardo ha scelto di organizzare e sviluppare il settore commerciale.






Il binomio alimentazione e salute c’è un rinnovato interesse a sottolineare il vecchio detto che “ a tavola non si invecchia”.

La buona tavola indica nell’olio un condimento essenziale e, parlare dell’olio, è come parlare della storia dell’umanità, in particolare della vita dei popoli del Mediterraneo. Olive ed olio hanno infatti da sempre costituito una delle basi alimentari delle nostre genti. La bontà di questo condimento risiede nel fatto che, a differenza di altri grassi vegetali o animali, è costituita in larga misura da acido linoleico polinsaturo e oleico monoinsaturo. Questi, se ingerite in giuste quantità, proteggono da patologie coronariche e dall’arteriosclerosi. Infatti, essi sono responsabili dell’aumento delle Lipoproteine HDL, il cosiddetto “colesterolo buono” che funge da spazzino del colesterolo e di conseguenza diminuisce il contenuto del “colesterolo cattivo”LDL. L’olio di oliva, inoltre contiene la vitamina A,B ed E considerate essenziali nella crescita ed utili per la resistenza alle infezioni. Sin dall’antichità, accanto all’aspetto sacrale , all’olio di oliva fu riconosciuto un grande valore terapeutico. Si dice che l’Abruzzo è stata sempre la terra FORTE E GENTILE, ma forse non tutti sanno che esiste una coltivazione esclusiva di ulivo chiamata Gentile di Chieti, che non si sviluppa in altre zone. Tale pianta, che qui cresce da millenni, si è adattata perfettamente all’ambiente collinare e marino creando un prodotto unico. La cura dell’ulivo si svolge secondo antiche tradizioni. La raccolta avviene tramite mungitura per rispettatre l’integrità sia della painta che del frutto. La trasformazione in olio è quella collaudata da generazioni, eseguita sin dagli albori della storia, frangitura con molazze in granito e gramolatura, estrazione rigorosamente a pressione, ed infine chiarificazione mediante il solo travaso.







La varietà di olive nel chietino sono: leccino, cucco,moraiolo, ma quelle da cui nasce in prevalenza l'olio imbottigliato dall'Antico Frantoio della Marina è il "Gentile di Chieti", pianta tipica della provincia, pressoché assente nelle altre regioni di resa non abbondante ma, di qualità eccellente.


Luogo di Produzione, chiarificazione ed imbottigliamento:

Oleificio: Via Adriatica Nord, 88

66035 Marina di S.Vito Chietino (Ch)

Tel. 0872/618492-61130

Email Frantoiodellamarina@email.it














lunedì 24 maggio 2010

Colazione la mattina ?



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Nessun animale mangia se non ha fame nè beve senza avere sete.

Il consiglio abbastanza diffuso tra i nutrizionisti di fare un'abbondate colazione prima di recarsi al lavoro è, a mio avviso, come voler aggiungere carburante nel serbatoio ancora pieno di un'automobile prima di mettersi in viaggio.

Nel rispetto delle esigenze nutrizionali e metaboliche del nostro organismo, come succede per tutti gli altri animali, dovremmo invece nutrirci solo quando sentiamo l'esigenza di farlo, non a cadenze stabilite. Molto difficilmente si ha vera fame la mattina appena svegli perché l'organismo rispetta le fasi fisiologiche circadiane della nutrizione: dalle ore 12,00 alle 20,00 fase introduttiva, dalle ore 20,00 alle 4,00 fase assimilativa e dalle 4,00 alle 12,00 fase eliminativa. Quindi mangiare la mattina presto significa, nella stragrande maggioranza dei casi, mangiare senza fame e quindi forzare il nostro organismo a compiere un lavoro aggiuntivo mentre è impegnato in una fase diversa da quella introduttiva con conseguente dispendio di energie vitali.

L'usanza a consumare tre pasti al giorno è abbastanza recente. Nell'antichità nessuno usava consumare colazione, pranzo e cena. Nel periodo di massimo potere, greci e romani mangiavano una volta la giorno, la sera: avevano una salute di ferro e corpi molto atletici. Le loro armate erano le più forti. Marciavano per settimane senza fatica con enormi pesi sulle spalle. Tra l'altro, di tanto in tanto digiunavano. La loro decadenza fu dovuta in gran parte alle loro orge alimentari alle quali si abbandonarono quando ebbero sottomesso altri popoli.

Erotodo dice che i Persi, sotto il generale Serse, consumavano un solo pasto al giorno. Anche gli ebrei, da Mosè a Gesù, mangiavano una volta al giorno. Le Sacre Scritture addirittura mettevano in guardia le popolazioni che mangiavano al mattino. Pare che gli inglesi abbiano adottato l'uso dei tre pasti giornalieri soltanto sotto il regno di Elisabetta, mentre prima non facevano la colazione al mattino.

Il tempo medio di svuotamento completo dell'intestino a seconda della dieta va da 35ore (africani, indigeni) a 90 ore (inglesi, americani), e siccome il lavoro fisico o mentale intenso ostacola la digestione, la rallenta o addirittura la arresta del tutto, (affinché un cibo apporti energia deve essere digerito e assorbito), ne consegue che la prima colazione al mattino non può fornire l'energia necessaria per la giornata, anzi, l'impegno della digestione sottrae energia e capacità lavorativa all'organismo. Infatti, durante la digestione i vasi sanguigni della digestione richiedono un afflusso maggiore di sangue, ne consegue che i vasi sanguigni delle altre parti del corpo si contraggono per compensare la dilatazione. Però se contemporaneamente lavorano il cervello e i muscoli anche questi richiedono sangue, con il conseguente rallentamento della digestione. Un apporto maggiore di sangue non può affluire contemporaneamente in tutte le parti del corpo: se una parte ne ha di più un'altra ne ha di meno. In sostanza, il corpo non può compiere bene due lavori nello stesso tempo: o lavora o digerisce. Gli animali in natura non vanno a caccia dopo aver mangiato, ma si riposano o addirittura dormono.

Per tanto, se non si ha fame al mattino il consiglio è di:

- non fare colazione, falla il più tardi possibile o al limite mangia solo frutta fresca la quale non assorbe in alcun modo energia all'organismo e al contrario di quanto si crede, basta annullare la colazione la mattina per rendersi conto della carica di energia, forza e vigore di cui è capace il nostro organismo;

- consuma il pasto più importante della giornata non prima di mezzogiorno e non cenare dopo le 20,00;

- riposati dopo aver mangiato; durante il riposo infatti il sangue affluisce al cervello in modo ridotto di conseguenza una maggiore quantità viene utilizzata per la digestione così la digestione può avvenire senza intralci, anche perché durante il riposo, o il sonno, non si è turbati da preoccupazioni ansie, emozioni che rallentano la digestione. Inoltre, il pranzo deve essere leggero se la cena è stata consistente.

- Chi è abituato a fare una ricca colazione la mattina a base di carboidrati e zuccheri industriali, saltare di colpo la prima colazione probabilmente gli darebbe sensazione di stanchezza fisica o mentale, perché tali sostanze causano dipendenza finché l'organismo non è disintossicato.

In sostanza, tre pasti al giorno, il mangiare in fretta, combinare male gli alimenti, il mangiare cibi industriali (cosiddetti cibi spazzatura), cibi uccisi con il fuoco, cibi incompatibili con la nostra natura... troppo spesso sono causa di sofferenze e invecchiamento precoce.
di Franco Libero Manco

giovedì 15 aprile 2010

Il cibo spazzatura crea una dipendenza simile a quella da nicotina e droga


Hamburger, patatine fritte, merendine dolci, ossia il cibo-spazzatura, crea
una dipendenza simile a quella da nicotina e droga.

È quanto ha scoperto un'équipe di ricercatori Usa che ha rivelato su 'Nature
Neuroscience' i meccanismi che danno vita al vincolo e a vere e proprie
crisi di astinenza quando si cerca di smettere di mangiare i piatti più
saporiti ma meno salutari.

Gli autori della ricerca, Paul Johnson e Paul Kenny, dell'Istituto Scripps a
Jupiter in Florida, lo hanno dimostrato trasformando ratti di laboratorio in
consumatori compulsivi di cibi-spazzatura. Hanno osservato così che, come
nella dipendenza da fumo e droga, anche in quella dal cibo-spazzatura si
indebolisce l'attivazione dei circuiti cerebrali della ricompensa, che in
condizioni normali scattano immediatamente quando si vive un'esperienza
piacevole. Alle cavie sono state date bacon, salsicce, dolci e cioccolato.

Gli animali hanno così gradito il nuovo cibo che sono rapidamente
ingrassati. In poco tempo è precipitata la loro sensibilità alla ricompensa,
proprio come avviene in chi è dipendente da droghe. I ricercatori hanno
anche appurato che nei ratti come nell'uomo, la dipendenza impedisce di
interrompere l'assunzione di una sostanza anche quando è chiaro che questa è
pericolosa per la salute.

Hanno così associato il consumo dei cibi ipercalorici alla comparsa di un
segnale luminoso e a un dolore ad una zampa: non appena si accendeva la luce
i ratti normali rinunciavano volentieri allo stuzzichino pur di non provare
dolore, mentre i ratti obesi e dipendenti continuavano a mangiare.

Io lo sostengo da anni, senza essere un ricercatore incamiciato di bianco e senza la necessità di dover chiudere in gabbia alcun topolino...

La pizza, le patatine fritte, i dolcini, la coca cola sono tutte, a mio avviso, delle droghe. Cibo che toglie la fame (per qualche istante) ma che non nutre e mai potrà nutrire. Non riconosciuto dal corpo che non lo assimila, lo deposita facendo aumentare di volume il drogato inconsapevole di turno. Fermenta al nostro interno, inacidisce e con questi processi inacidisce anche il mal capitato (ovverro il 90 % della popolazione occidentale) . La pelle invecchia, gli organi si contorgono, le vene si ostruiscono, il sangue è carente di ossigeno, il fiato si fa corto prima e inesistente poi, si muore ogni giorno di un lento suicidio autoindotto, il "lento suicidio del coglione".
Fonte: salute.agi.it

domenica 7 febbraio 2010

Meno rughe con qualche kilo in più


Sopra i 50, qualche chilo in più fa sentire più giovani. La sensazione di essere in sovrappeso ha senz'altro conseguenze nefaste sul nostro equilibrio psicofisico, ma aiuta a conservare la freschezza della pelle.
Lo sostengono alcuni ricercatori della Case Western Reserve School of Medicine di Cleveland negli Stati Uniti, secondo i quali appunto “essere leggermente sovrappeso aiuta a mascherare la presenza delle rughe, conferendo un aspetto più giovane. Questo potrebbe spiegare il segreto dell'aspetto giovanile di molte celebrità al di sopra dei 50 anni”.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Archives of Dermatology, ha preso in esame gli effetti dell'invecchiamento su 65 coppie di gemelli, analizzando una serie di aspetti dello stile di vita dei volontari per riuscire a determinare una divisione delle responsabilità di ogni fattore. In primo luogo, i ricercatori hanno voluto sottolineare l'importanza di certe abitudini nella progressiva perdita di un aspetto giovanile.
Spiega la dott.ssa Kathryn Martires, che ha coordinato la ricerca: “anche se la maggior parte delle cause è genetica, tuttavia oltre il 40 per cento dei fattori è determinato dall'ambiente e dallo stile di vita, come ad esempio la troppa esposizione al sole o il fumo di sigaretta. Le relazioni tra fumo, aumento di peso, uso delle creme solare, cancro della pelle e foto-danneggiamento indicano che questi fattori sono collegati all'invecchiamento cutaneo indipendentemente dai fattori genetici. Per proteggere la pelle si può quindi iniziare a ridurre i comportamenti a rischio”.
I ricercatori hanno però scoperto che l'aumento di peso costituisce un fattore negativo soltanto fino ad una certa età, i 50 anni appunto, superata la quale qualche chilo in più riuscirebbe a mascherare meglio la presenza di imperfezioni dell'epidermide: “confrontando l'aspetto dei gemelli, abbiamo scoperto che normalmente i chili di troppo li rendono più vecchi. Tuttavia, superati i 50 anni di età, l'effetto del grasso in più cambiava, e dava un aspetto più giovane. Nonostante il grasso in eccesso aumenti in realtà la suscettibilità ai danni della pelle, l'effetto di appiattimento delle rughe maschera i segni dell'età”.
Il risultato più importante dello studio è costituito comunque dalla convinzione dei medici che quasi la metà delle rughe possano essere scongiurate da uno stile di vita più attento.

martedì 5 gennaio 2010

Auguri di buon Anno